LA STORIA DI GIADA GIUNTI
di Avv. Michela Nacca
A Giada Giunti e' stato tolto il figlio il 15 dicembre 2016 - viene prelevato "come fosse un criminale", 8 poliziotti presenti racconta Giada ed il bambino stesso confermera' in un tema a scuola - per essere portato in casa famiglia e poi dal luglio 2019 ricollocato e affidato al padre, l'uomo che la donna aveva denunciato per violenza domestica e che anche la CTU riconoscerebbe avere una personalita' fortemente problematica.
La denuncia viene tuttavia archiviata e si trasforma in accusa di calunnia contro Giada, sebbene il contenuto della denuncia a quanto pare sarebbe stato confermato dal bambino stesso, anche durante gli ascolti videoregistrati dal CTU, ma ritenuto evidentemente testimone non sufficiente o non credibile: forse proprio alla luce della diagnosi di "simbiosi materna"...una diagnosi che tale non e', perche' non esiste una "sindrome" o un "Disturbo" di "simbiosi" invalidante la capacita' critica, che dunque non dovrebbe poter elidere automaticamente la validita' e credibilita' di una testimonianza diretta!
Il figlio di Giada ha continuato a scrivere lettere pur di essere ascoltato: alla madre, al Papa, ad ogni autorita'. Ha scritto temi a scuola, urlando la propria sofferenza e chiedendo di poter vivere con la madre, con la quale evidentemente si sentiva amato, curato e protetto. Ma invano.
'La poliziotta mi ha cominciato a dire che mi dovevano portare via senza che mia madre lo sapesse, mi sono messo a piangere perché non volevo andare in casa famiglia'".
egli ha cosi ricordato il momento dell'ablazione. La seconda per la verita'. Perche' gia' in precedenza era stato fatto un altro tentativo, rimasto impedito dalla reazione del piccolo e dall'assenza di forze dell'ordine.
Il tutore del bambino nominato dal Tribunale, in conseguenza di questo primo tentativo fallito, avrebbe scritto al Giudice chiedendo l'intervento manu militari e avrebbe cosi descritto i momenti terribili gia' vissuti da J. a quel primo tentativo di prelievo :" era terrorizzato rifiutava di allontanarsi anche solo dal suo letto .. J. piangeva in modo convulso, spaventato e tremante , si copriva sotto le coperte del letto NON VOLENDOSI ALLONTANARE IN ALCUN MODO DALLA MADRE..J. NON SI SAREBBE ALLONTANATO SPONTANEAMENTE MA SOLO SE SOLLEVATO DI PESO E CON L'UTILIZZO DELLA FORZA. Alla luce di quanto esposto SI CHIEDE A CODESTO TM DI EMETTERE UN NUOVO PROVVEDIMENTO, ad integrazione del presente, che DEFINISCA IN MANIERA DIRIMENTE LA POSSIBILITÀ CHE SI UTILIZZA LA FORZA PUBBLICA PER L'ESECUZIONE DELLO STESSO E FARLO DIMETTERE DALL'OSPEDALE PER ESSERE COLLOCATO IN CASA FAMIGLIA" (la trascrizione ci viene riportata cosi da Giada).
Una descrizione che, se confermata, avrebbe forse dovuto maggiormente far interrogare tutore e Giudici sulla opportunita' di staccare questo bambino dalla mamma. Avrebbe dovuto far interrogare sulla opportunita', la serieta' medico-scientifica dei metodi e percorsi usati (ablazione e collocazione nelle case famiglia dei bambini, totale e prolungato sradicamento materno), sul trauma che inevitabilmente avrebbero scatenato, con conseguenti intuibili danni psicologici per il bambino.
Dovremmo interrogarci tutti e chiederci se questa non e' TORTURA inflitta istituzionalmente ad un bambino !
Se non potrebbero essere adottati altri metodi di riavvicinamento al padre rifiutato, ma non condannato: metodi soft e non traumatici!
Ed invece quelle descrizioni della disperazione di J. hanno solo indotto il tribunale a ritenere di dover procedere nuovamente all'ablazione. Stavolta addirittura con le forze dell'ordine!
La decisione giudiziale di allontanare J. da Giada sarebbe stata assunta sulla base di due perizie: una del 2013 e l'altra successiva , in cui la mamma verrebbe descritta come "madre simbiotica", dunque secondo le CTU - evidentemetne indottrinate alla pseudoteoria PAS/PA - ella sarebbe inadeguata per crescere suo figlio, che quando viene prelevato ha 10 anni e chiede fermamente di poter rimanere a vivere con lei. Nella storia una grave controversia: tra Giada che rivendica la patologia di Celiachia per il figlio ed il padre che l'avrebbe negata. Giada tuttavia ci mostra un libretto AUSL che la confermerebbe in pieno!
L'occasione di allontanare il bambino dalla mamma giunge quando il padre la denuncera' per abbandono di minore nel centro sportivo dove il bambino si allenava al tennis. Giada sostiene che numerosi testimoni confermano che ella non lo avesse affatto abbandonato. La denuncia verra' a quanto pare archiviata, ma intanto in quel momento ha permesso che scattasse l'ablazione.
Da quel momento Giada non ha potuto vedere per lungo tempo ne' soprattutto piu' avere con se' il bambino, che ha continuato anche in seguito a chiedere di poter vivere con lei. Lettere e videoregistrazioni, in possesso di Giada e depositate in tribunale a corroborare le sue istanze, confermerebbero cio'. Tutte rimaste inascoltate, come afferma Giada.
Numerosissimi i ricorsi e le istanze presentate in questi anni da Giada, tutte rese vane nonostante ulteriori relazioni psichiatrico-psicologiche, tutte rigettate e rimaste inascoltate dalle autorita' giudiziarie. Cosi da imporre anche a questa madre l'esigenza di reagire denunciando pubblicamente e tramite i media cio' che lei e suo figlio stanno vivendo nei tribunali: un allontanamento che appare definitovo e parrebbe del tutto ingiustificato da gravi motivi.
Abbiamo visto le foto di questo bambino, prima e dopo l'ablazione: vi abbiamo riconosciuto il gonfiore di un bambino che, oltre che essere stato costretto a smettere di praticare lo sport agonistico che amava, non stava e non sta affatto bene.
Perche' e' diventato per i Tribunali cosi difficile capire il punto di vista dei bambini e dar loro ascolto ? Perche' e' diventato cosi difficile capire che, per i bambini, i ruoli e le relazioni paterne e materne non sono uguali e intercambiabili e che comunque anche quella materna e' insostituibile?
Eppure l'art. 13 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo di NY e l'art. 6 della Convenzione europea di Strasburgo parlano chiare: i minori vanno ascoltati!
Gli artt. 315 bis, 336 bis e 337 octies del codice civile italiano parlano chiaro: i bambini vanno ascoltati dai tribunali!
Oggi Giada chiede solo che il figlio, che prima dell'accanimento giudiziario era con lei sereno e costituiva una promessa del tennis, venga ascoltato affinche' possa esprimere la propria volonta' e sia rispettato nei suoi desideri ed esigenze.
Giada, come anche Laura Massaro, Ginevra Pantasilea Amerighi e Luana Valle, da anni denuncia un sistema che anziche' supportare la relazione genitoriale e proteggere il minore, riconoscendone la dignita' che merita e dunque in primis rispettandone il diritto di ascolto e la volonta', si trasforma in violenza istituzionale accanitasi contro di lei in maniera abnorme e disumana.
Anche per lei i media sono diventati l'ultimo strumento per poter chiedere giustizia e umanita' per se' ed il proprio figlio -
Dal giugno 2021 Giada, che e' una giornalista, inizia a scrivere e denunciare il sistema giudiziario corrotto da "scienza spazzatura" dalle pagine di Paese Roma.
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Dal 1 agosto 2021 Giada inizia una manifestazione ad oltranza dinanzi Montecitorio
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Gli articoli di Denuncia di Giada
ONU Mail bombing Avvocata Michela Nacca
Cartabia fermi i prelievi coatti
Maison Antigone-Un Manifesto congiunto contro i prelievi dei minori
Differenza Donna - Lamorgese fermi i prelievi dei minori
Differenza Donna: avviare ispeioni nei tribunali. Giudici non ascoltano i bambini.
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Sui giro d'affari sui minori
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Gli articoli della DIRE su Giada
In fumo l'ennesima richiesta conciliativa di Giada Giunti
Sono anni che Giada Giunti non vede suo figlio, affidato al padre in via esclusiva. Lei lo aveva denunciato per violenze, maltrattamenti e stalking
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Giada a processo per calunnia
Mamma Giada Giunti: "Dal 2 agosto giorno e notte sotto Montecitorio"
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Domani l'udienza per mamma Giunti: "Io a processo per calunnia dopo aver denunciato"
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"Risorse recovery siano anche un indennizzo per i genitori colpiti"
Mamma Giunti si incatena a Montecitorio: "Cartabia mi aiuti"
La donna, che da anni chiede di ottenere il ricongiungimento col figlio, ora quindicenne, scrive al premier Draghi "per sensibilizzarlo sul tema della sottrazione dei minori"
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Mamma Giunti: "Mi incateno a Montecitorio, ho scritto a Cartabia"
https://www.dire.it/26-03-2021/615513-mamma-giunti-mi-incateno-a-montecitorio-ho-scritto-a-cartabia/
Caso Giunti, l'avvocato: "Ultima sentenza dichiarazione di guerra"
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L'udienza per il rinvio a giudizio di Giada Giunti per calunnia si terrà il prossimo 20 ottobre
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Sull'udienza del 16 luglio, mamma Giada ha nuovamente scritto al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che ha già risposto ad una interrogazione parlamentaredi Silvia Mari 13/07/2020
-VIDEO | Minori, Giada Giunti: "Ridatemi mio figlio"
Nuovo round il 16 luglio per ristabilire una verità che Giada insegue da anni
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https://www.dire.it/03-07-2020/481160-video-minori-giada-giunti-ridatemi-mio-figlio/
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Il bimbo portato in casa famiglia. La criminologa: "Da diversi anni ormai si finisce in un'inquisizione dei comportamenti materni"
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Anche altre testate giornalistiche hanno dedicato articoli al caso di Giada
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/in-catene-per-mio-figlio-la-battaglia-infinita-di-giada
https://www.messinamagazine.it/cronaca/roma-tutto-il-dolore-di-una-mamma-giada-giunti/
https://realinside.it/intervista-a-giada-giunti/
https://lanuovabq.it/it/figlio-affidato-al-padre-violento-grazie-al-sistema-corrotto
https://www.la-notizia.net/2020/07/15/bimbi-strappati-domani-giorno-di-udienza-per-giada-giunti/
Roma 15 dicembre 2016 - A Giada Giunti tolgono
il figlio, portato via dalla polizia mentre era a scuola, senza
preavviso, nonostante il bambino si rifiuti di abbandonare la madre e non intenda vivere con il padre (senti
audio pubblicato da Il Giornale nei link sottostanti) di cui egli avrebbe
paura. Il bambino
rimarra' lunghi mesi in casa famiglia ma poi verra' affidato proprio al padre.
Giada invece a distanza di anni non vede e sente il bambino in modo estremamente limitato.
Ha
iniziato una forte battaglia anche lei, come Ginevra Amerighi, Sabina,
Maddalena, Laura Massaro e tante altre madri protettive che hanno
denunciato e si son viste accusare di alienazione o ostativita'.