Testimonianza dal web

"Circa 15 anni fa, la patologia e quindi diagnosi del narcisista non era ancora ben definita. 

Io soffrivo per me e per i miei figli, ma non essendo a conoscenza della gravità di questa "malattia mentale", non avendo quindi il sostegno professionale e la capacità della ricerca personale, sono finita nel burrone più di una volta. 

Sono direi una donna con buoni successi come madre, nel lavoro, tra le amicizie (anche se filtrate e molto poche), e ho creduto di aver finalmente lasciato tutti i traumi alle spalle. 

Sono stata una "outpatient" in un centro per la tutela di donne abusate, ho letto libri e ascoltato vicende di altre centinaia di vittime. Gli anni sono passati vivendo una vita molto intensa e piena di tutto il bello di cui sono riuscita a metterci sopra le mani. Anche se di opportunità sentimentali ne ho avute parecchie, ho sempre istintivamente tenuto gli uomini a distanza credendo forse così di riuscire a selezionare il meglio del meglio, facendo oro dell'esperienze da cui credevo esserne finalmente guarita.Così non è stato.

 Tralasciando i dettagli dell'ultima storia finita simile a quelle passate, so solo adesso con certezza che non si guarisce. Leggo le vostre tristi storie ho improvvisamente delle reazioni fisiche come battiti del cuore che vanno a velocità da chiudere la gola, mani sudate, giramenti di testa e un generale senso di sconforto. 

Mi rendo quindi conto che noi vittime di abusi mentali non punibili perchè non visibili (non dimostrabili), ripetuti e consistenti nel tempo come una goccia cinese, siamo ormai incurabili. Porteremo sempre dentro di noi la cosiddetta PTSD come DNA, insidiosa e maledetta, cercando di fingere davanti a chi ci osserva come i nostri figli. Le ripercussioni non si fermano solo a noi, ma è una catena a reazione che distrugge ciò che ci circonda. Per proteggere e preservarci indossiamo quindi una maschera che sempre meno riusciamo più a togliere".