Storia del bambino di 11 annni portato via alla madre per diagnosi errata- Tribunale di Trento -
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06452 presentato da GIANNONE Veronica testo di Giovedì 23 luglio 2020, seduta n. 378
"Al Ministro della Giustizia ...la redazione
«DireDonne» ha portato all'attenzione del pubblico la storia di una giovane
donna di Trento madre di un bambino di 11 anni in affido familiare da quasi 9.
Luisa ha avuto il figlio a 18 anni e a causa di una diagnosi errata in Ctu, le
è stato tolto il bambino a soli 6 mesi. Diagnosi, ha ricordato alla redazione
l'avvocato Donatella Bussolati del foro di Milano esperta di diritto minorile,
che tutti gli specialisti successivi hanno sconfessato; la Ctu, si legge
nell'intervista, mira a dimostrare che questa mamma sia border line e si arriva
a sostenerlo senza eseguire gli appositi test. Inizialmente è stato emanato un
decreto per inviare Luisa e suo figlio in una comunità mamma-bambino. «Qui, racconta
l'avvocato Bussolati che ora ha preso la difesa di questa mamma, non si trova
bene, ci sono anche mamme tossicodipendenti. Così, viste le buone relazioni dei
servizi sociali di Trento, madre e figlio tornano a casa dai nonni. Poco dopo
però arriva un decreto che li riporta in comunità in attesa dell'affidamento
del bambino»; il giudice onorario di questo primo decreto è il vicedirettore
dello spazio neutro dove Luisa oggi incontra suo figlio, mentre un altro
giudice è dirigente in una cooperativa che collabora con l'Ente dove è
impiegato il «padre affidatario»; si arriva così «al secondo decreto che
stabilisce l'affido eterofamiliare e gli incontri protetti con la madre che
sono gestiti appunto - continua Bussolati, da quella cooperativa di cui il giudice
onorario è vice direttore e che continua ad oggi a relazionare sul caso»; Luisa
ha un compagno da 9 anni e lavora regolarmente eppure la Ctu «ha stabilito che
non sa mantenere relazioni stabili»;
«Mio figlio ha chiesto di voler tornare da me, è stato sentito dal Tribunale ed è stato audito dal giudice durante l'anno e mezzo in cui hanno sospeso le visite perché sono andata alla recita di Natale a scuola e sono dovuta andar via perché avrebbero chiamato i Carabinieri. Gli ho detto che se torna da me certamente vedrebbe la famiglia affidataria, sono una mamma, un'adulta e so che vengono prima le esigenze dei bambini»; la donna, si legge, vede oggi suo figlio ogni 15 giorni per due ore in uno spazio neutro; si parla di una mamma che durante l'emergenza per il COVID-19 non ha potuto abbracciare suo figlio, perché di 2 nuclei familiari diversi. «È stato sgridato - ha raccontato Luisa - perché mi dava la mano». Questa mamma si è sottoposta ad altre perizie: «Sette specialisti dicono che quella Ctu - che le ha tolto la responsabilità genitoriale - è allucinante, eppure nessuno ha contestato la perizia di 12 anni fa, fatta con pochi incontri e senza test. Uno di questi specialisti - ha puntualizzato l'avvocato - è un Ctu del Tribunale»; occorre assicurare l'effettiva temporaneità dei provvedimenti di affidamento così come previsto dalla legge; la circolare n. 18/VA/2018 del Csm reca previsioni in materia di conflitto d'interesse, con particolare riguardo al divieto di esercizio delle funzioni di giudice onorario minorile per coloro che rivestono cariche rappresentative in strutture ove vengono inseriti i minori da parte dell'autorità giudiziaria, che partecipano alla gestione complessiva delle medesime strutture, che prestano a favore di esse attività professionale anche a titolo gratuito o che fanno parte degli organi sociali di società che le gestiscono -: se non intenda, per le ragioni esposte in premessa, promuovere iniziative ispettive presso il tribunale dei minori di Trento."
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/06452&ramo=CAMERA&leg=18