Il Comitato delle Madri Unite Contro la Violenza Istituzionale
Finalmente anche in Italia nascono sempre piu' numerose reti che riuniscono le Madri Vittime della PA (ex PAS) Alienazione Parentale !
Una di esse si chiama
Comitato Madri Unite contro la Violenza istituzionale
fondata nel settembre 2019 da laura Massaro.
Potete seguire il Comitato dalla pagina fb del Comitato https://www.facebook.com/siamotuttelaura/
e dal loro sito web https://www.comitatomadriuclvi.com/?fbclid=IwAR1krAj2z8UO1fMjwtCTGG80yvqBfKFeQO0qrhY-1v08pjkyJ49SNWhvPQE
Di seguito il Comunicato Stampa con cui hanno diffuso la costituzione della loro Rete.
"COMUNICATO STAMPA
Siamo orgogliose di informarvi che si è ufficialmente costituito il COMITATO MADRI UNITE CONTRO LA VIOLENZA ISTITUZIONALE.
Chiunque, persona singola o associazione, condivida i principi
ispiratori e le finalità del Comitato può inviare una mail con i propri
dati al seguente indirizzo: comitatomadriunite@libero.it
Di seguito indichiamo gli scopi del Comitato:
Il comitato è composto da madri vittime di violenza istituzionale (già private o meno dei figli ma comunque minacciate di perderli, per essere condotti in case famiglia e/o affidati a padri violenti/abusanti/inadeguati/rifiutati dai figli) a seguito di procedimenti giudiziari in ambito civile/penale/minorile fuorviati completamente da risultanze di CTU basate sul costrutto ascientifico di Alienazione parentale e/o concetti affini ad esso strettamente collegati quando non sinonimi quali a titolo esemplificativo ma non esaustivo "conflitto di lealtà", "madre malevola", "madre ostativa o non collaborante", "madre simbiotica", "madre conflittuale" ma anche a seguito di false relazioni o atti omissivi dei Servizi Sociali e si prefigge di promuovere nelle opportune sedi ogni utile iniziativa, per tutelare gli interessi dei figli e delle stesse madri.
Il Comitato intende denunciare:
1. Con riferimento alla legge 54/2006 sull'affidamento condiviso, le
conseguenze nefaste della sua applicazione che si è tradotta in un
feroce sistema che condanna i bambini e le donne ad una sistematica
"violenza istituzionale" e dunque rivittimizzazione indegna di un paese
che si definisca civile. L'ideologia della bigenitorialità obbligatoria
sottesa a questa legge e il suo strumento di applicazione - ovvero il
costrutto ascientifico della Pas o alienazione parentale - hanno
costituito una macchina da guerra elevata a sistema su tutto il
territorio nazionale, ripristinando, di fatto la violenza del principio
patriarcale della Patria Potestà.
2. Che la possibilità che donne e
bambini siano ritenuti degni di credibilità e riescano a dimostrare,
dopo le denunce, le violenze patite ad opera di padri, o altri
rappresentanti maschili, è pressoché nulla, come inefficaci e spesso
anche ingiuste le misure di tutela poste a loro disposizione. Questi
uomini vengono sistematicamente considerati nell'ambito delle
separazioni "comunque padri" anche quando violenti, inadeguati e
rifiutati dai figli e quindi imposta la relazione con loro a bambini e
madri quando non concesso loro perfino l'affidamento esclusivo dei
figli;
3. come la violenza domestica venga interpretata e
ridefinita come mera "conflittualità" di coppia (le cosiddette
"separazioni conflittuali") dagli operatori giuridici e sociali e tutto
l'apparato istituzionale è a quel punto finalizzato al ripristino
obbligatorio della relazione con questi padri violenti/inadeguati e
spesso - e a ragione - rifiutati dai figli, la cui violenza nella
stragrande maggioranza dei casi non viene minimamente riconosciuta e
valutata.
4. la mancata applicazione della Convenzione di Istanbul (legge 77/2013);
5. il fatto che i bambini, nelle more di questi annosi procedimenti
giudiziari, siano costretti di fatto a percorsi psicoterapeutici
/psichiatrici contro la loro volontà e senza che ve ne sia necessità;
6. il fatto che l'applicazione della cosiddetta "bigenitorialità
obbligatoria" viene perseguita nei Tribunali attraverso un ormai
sistematico ricorso alle cosiddette Consulenze Tecniche d'Ufficio (CTU)
ad opera di psicologi giuridici o neuropsichiatri che minacciano madri e
bambini di allontanamenti e perdita della responsabilità genitoriale,
prassi ormai questa sempre più diffusa e conosciuta anche con il nome di
"terapia della minaccia" così cara ai sostenitori dell'alienazione
parentale, usando cioè i bambini come "accessori di pena" e la loro
perdita come strumento di minaccia e coercizione verso le madri
riportandole così in una condizione di violenza e prevaricazioni perfino
peggiore di quella da cui avevano cercato con fatica di sottrarsi e di
sottrarre i propri figli. Attraverso queste perizie, dal contenuto
altamente discutibile quando non del tutto falso ma ritenute
praticamente sempre valide dai Giudici che si affidano e fidano
ciecamente di questi consulenti tecnici da loro incaricati, si mette in
atto fin da subito una vera e propria vivisezione solo della madre e
della famiglia materna (il padre e il suo contesto familiare scompaiono
completamente dal procedimento e nessuna analisi/valutazione viene più
fatta su di essi);
7. il fatto che tali perizie si traducono di
fatto automaticamente in provvedimenti e decreti dei tribunali (spesso
provvisori per anni e dunque inappellabili) con cui si arriva a
stravolgere radicalmente la vita dei bambini e dell'intero nucleo
familiare materno, dichiarando una madre inadatta su basi completamente
fasulle come quella della supposta presenza di "alienazione genitoriale"
o concetti affini/sinonimi, considerata inesistente e ascientifica, ma
ancora e sempre più applicata e del tutto accolta nei tribunali;
8.
come la visione adultocentrica della legge 54/2006 è sostanzialmente
patriarcale in quanto antepone a tutto il concetto di bigenitorialità a
tutti costi così negando di fatto la centralità del legame materno come
relazione primaria e fondamento di tutte le altre relazioni, anche
quella paterna.
La Legge 54/2006 di fatto nega la salvaguardia del
"primario interesse del minore", considerando i bambini come mero
oggetto di spartizione tra adulti, e non un soggetto di diritto, che
esige cura, rispetto, ed autonomia di emotiva e di giudizio.
9. il
fatto che le donne, accusate di essere madri inadeguate o addirittura
malevole, si ritrovano rivittimizzate e giudicate pericolose alla
crescita di figli che hanno partorito e adeguatamente cresciuto ed
educato fino a quel momento con immensi sacrifici e in grande solitudine
(sia affettiva che economica). Queste donne vengono punite con
l'allontanamento forzoso dei bambini da loro a causa di queste perizie
psicologiche e psichiatriche e/o da relazioni superficiali quando non
false ed omissive dei Servizi Sociali.
10. il fatto che il risultato
di tutto quanto esposto nei punti precedenti (in maniera tuttavia non
esaustiva) è anche l'inizio di un vero e proprio calvario giudiziario di
anni e anni in cui la madre cercherà, nella quasi totalità dei casi
invano, di difendersi dalle accuse ingiustamente mosse nei suoi
confronti dagli operatori vari con la conseguente messa in atto anche di
una feroce e conseguente violenza economica: più la madre cercherà di
difendersi (e difendere i propri figli) e più sarà ritenuta dalle
istituzioni conflittuale, alienante e ostativa innescando così un
circolo vizioso e una ragnatela di eventi assurdi da cui non riuscirà
più ad uscire con esiti nefasti per sé e per i figli.
Vi chiediamo massima adesione e condivisione.
Grazie.
COMITATO MADRI UNITE CONTRO LA VIOLENZA ISTITUZIONALE"