Interpellanza Urgente su casi affido minori e pas

04.07.2022

https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=2/01553&ramo=CAMERA&leg=18



Atto CameraInterpellanza urgente 2-01553presentato daGIANNONE Veronicatesto diLunedì 4 luglio 2022, seduta n. 718

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

la Corte di Cassazione, I Sez. civ., con ordinanza n. 286/2022 pubblicata in data 24 marzo 2022, si è pronunciata in modo decisivo in favore dei diritti dei minori. Lo ha fatto in base a tre principi: l'illegittimità dell'alienazione parentale, la superiorità dell'interesse dei bambini rispetto al diritto alla bigenitorialità e la condanna dell'uso della forza nei confronti dei minori;

la Corte, proprio sull'uso della forza, si esprime sull'esecuzione coattiva, consistente nell'uso di una certa forza fisica diretta a sottrarre il minore dal luogo ove risiede, per collocarlo in una casa-famiglia, ritenendo la suddetta misura «non conforme ai principi dello Stato di diritto in quanto prescinde del tutto dall'età del minore, ormai dodicenne, non ascoltato, e dalle sue capacità di discernimento, e potrebbe cagionare rilevanti e imprevedibili traumi per le modalità autoritative che il minore non può non introiettare, ponendo seri problemi, non sufficientemente approfonditi, anche in ordine alla sua compatibilità con la tutela della dignità della persona, sebbene ispirata dalla finalità di cura dello stesso minore»;

la stessa Commissione d'inchiesta sul femminicidio, nella relazione depositata nel mese di maggio 2022, ha ribadito che occorre vietare il prelievo forzoso dei minori, limitandolo alle ipotesi di rischio di attuale e grave pericolo per l'incolumità fisica del minore stesso. Anche il Ministro interpellato, proprio con la riforma del processo civile, ha dato un chiaro segnale in questa direzione;

proprio qualche giorno fa, la stampa ha riportato l'ennesima notizia riguardante modalità violente di prelevamento di minori. Nella provincia di Lodi, si legge sul Corriere della Sera e sulla Dire, una mamma è stata trattenuta contro la sua volontà nell'ufficio del sindaco mentre il bambino, che l'aspettava sotto con un'amica, veniva preso con la forza e portato via per essere collocato in una casa famiglia. «Sono stata al pronto soccorso perché mi hanno immobilizzata fisicamente nell'ufficio del sindaco mentre portavano via mio figlio sotto il mio naso», racconta la madre. «È assurdo. Quella stessa mattina abbiamo avuto un colloquio online con gli assistenti sociali ed era tutto tranquillo. (...) Poi, dopo dieci minuti, mi arriva la telefonata del sindaco che mi chiede di portare nel suo ufficio le chiavi della casa popolare di mia madre deceduta da poco – continua la donna –, perché devono fare lavori urgenti. Ero molto perplessa di questa richiesta, ma sono andata in tutta buona fede. Entro nell'ufficio del sindaco e oltre a lui, dopo poco, arrivano 10 o 11 persone, tra cui il capo della polizia municipale, gli assistenti sociali, e polizia in borghese. Mi dicono che mi devono leggere il decreto del tribunale in cui c'è scritto che il bambino deve andare in comunità: lì capisco che si tratta di un tranello»;

«Mi sono piombati addosso e non so neanche da dove sono usciti», racconta la donna che aveva in custodia il minore e che è corsa anch'essa al Pronto soccorso per farsi medicare, «Io ero con il bambino e aspettavamo che la mamma tornasse dopo aver parlato con il sindaco, e a un certo punto mi si è avvicinato uno sconosciuto che ha cominciato a parlare con il bambino senza presentarsi. A quel punto faccio per allontanarmi e cinque persone mi arrivano addosso, immobilizzano, prendono il bambino, e lo portano via. Forze dell'ordine in borghese che si dichiarano solo dopo avermi aggredita: il tesserino l'ho visto dopo»;

la situazione attuale denota una gravissima mancanza di regolamentazione, nonostante esistano precise delle linee guida, e dei principi cardine stabiliti dalle convenzioni internazionali – seppure non obbligatorie, previste sia per le forze di polizia e sia per gli assistenti sociali che devono eseguire materialmente i provvedimenti di allontanamento;

secondo quanto pubblicato dal Ministero dell'interno è operativo per le forze di polizia un vademecum per rendere l'allontanamento stesso il meno traumatico possibile per il minore; in particolare:

a) l'esecuzione dei citati provvedimenti giudiziari è delegata ai servizi sociali territoriali, che si impegnano ad attivare gli interventi professionali ritenuti opportuni e a utilizzare tutti gli strumenti atti a realizzare l'allontanamento con la collaborazione dei genitori, tenendo in debita considerazione le esigenze di rispetto ed informazione dei soggetti coinvolti e cercando di individuare le modalità esecutive più opportune anche in relazione alla tempistica;

b) l'intervento della forza pubblica è sempre disposto dall'autorità giudiziaria minorile e ha carattere di eccezionalità. In tali situazioni gli operatori di polizia devono agire in stretta collaborazione con gli operatori dei servizi sociali, non devono essere in uniforme e devono utilizzare modalità che rendano l'evento il meno traumatico possibile per il minorenne e i familiari;

il Consiglio nazionale ordine assistenti sociali (Cnoas) definisce linee guida nazionali sui processi di sostegno e allontanamento dei minori che prevedono le seguenti modalità, a «tutela» dei minorenni e delle loro famiglie:

a) l'allontanamento dovrebbe essere accompagnato da un'opportuna e approfondita indagine psicologica e sociale nell'interesse della persona di età minore, dei suoi genitori, della famiglia allargata e del gruppo dei pari;

b) al minore devono essere garantiti, in ogni fase, diritti d'informazione e di ascolto, e se fornito della capacità di discernimento, deve essere sentita la sua opinione;

c) devono essere coltivate e privilegiate modalità spontanee di allontanamento, favorendo la collaborazione dei genitori e di altri familiari coinvolti;

d) il provvedimento di allontanamento deve stabilire quindi quali siano i servizi sociali incaricati, evitando il ricorso alla forza pubblica, se non come modalità residuale ed estrema e, comunque, se indispensabile, al fine del mantenimento dell'ordine pubblico o della necessità di salvaguardare la sicurezza pubblica e l'incolumità fisica delle persone anche estranee, da attuarsi con il coinvolgimento di personale in borghese e idoneamente informato –:

se il Ministro interpellato intenda adottare urgenti iniziative di competenza, anche normative, volte a intervenire sulle modalità di prelievo del minore, affinché i prelievi assumano carattere di eccezionalità nel rispetto della salute psico-fisica del minore, prevedendo altresì meccanismi di sospensione immediata del prelievo irrituale, con segnalazione alle autorità competenti.

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