Interrrogazione a risposta scritta riguardo il caso dei 4 fratelli di Cuneo - febbraio 2020
- Interrogazione a risposta in commissione 5-03509 presentato da GIANNONE Veronica testo di Mercoledì 5 febbraio 2020, seduta n. 300
GIANNONE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la Convenzione di Strasburgo stabilisce, nel combinato disposto dagli articoli 3 e 6, il diritto del minore ad essere informato e di esprimere la propria opinione nei procedimenti che lo riguardano, imponendo all'autorità giudiziaria di permettere al minore di esprimere la propria opinione e tenerla in debito conto;
il codice civile, all'articolo 315-bis, riconosce il diritto del fanciullo - che abbia compiuto i dodici anni, o anche di età inferiore se capace di discernimento - ad essere ascoltato in tutte le questioni che lo riguardano;
con la legge n. 219 del 2012 viene riconosciuta maggior centralità al ruolo del minore tanto all'interno del processo che lo riguarda - conferendo maggiori possibilità di ascolto del minore - quanto nella relazione con i genitori, implementando il concetto di responsabilità genitoriale;
come riportato da diversi articoli di stampa, tra cui affaritaliani.it, nel mese di dicembre 2019 il tribunale di Cuneo ha allontanato i quattro figli da una madre, dopo che questa ha denunciato l'ex marito per abusi sessuali sugli stessi;
dopo la denuncia, si legge, la donna viene considerata dal Consulente Tecnico d'ufficio del tribunale affetta da «disturbo di personalità con altra specificazione», comportamenti paranoici, antisociali e schizofrenici. Diagnosi contraddetta da una psichiatra dell'Asl di Bologna, che ha visitato la madre accertando che questa non presenta «aspetti psicopatologici clinicamente significativi in alcun ambito»;
nel frattempo, il processo civile è stato definito appunto con il provvedimento di allontanamento dei quattro figli dal domicilio della madre e con il contestuale collocamento presso i nonni paterni;
il processo penale è ancora in corso, la perizia disposta dal GIP per accertare l'idoneità alla testimonianza dei ragazzi si è conclusa con esito negativo. Secondo la consulente del giudice, i ragazzi, anche quello che ha 15 anni, non possono essere sentiti come testimoni;
tra gli indicatori utilizzati dalla consulente per motivare il suo parere, risultano alcuni di quelli descritti nel libro «L'abuso sessuale sui minori», di Cristina Roccia e Claudio Foti, il direttore del centro Hänsel e Gretel indagato per presunti affidi illeciti a Bibbiano. «Una situazione assurda» ha affermato l'avvocato della donna «sono indicatori privi di qualsiasi valenza scientifica»;
d'altronde, il tribunale civile che ha assunto la decisione dell'allontanamento dei minori dalla madre non ha voluto sentire direttamente il racconto dei figli, affidandosi esclusivamente all'intervento di un perito. Nella fase iniziale delle indagini, invece, i ragazzi erano stati sentiti dalla Questura di Cuneo, con l'ausilio di una psicologa del servizio di neuropsichiatria infantile, che aveva accertato la genuinità dei racconti, scevri da condizionamenti;
come raccontato dal quotidiano on line Cuneo24, il primogenito si è fatto portavoce della battaglia della madre che rivuole i suoi figli, contattando direttamente l'interrogante in qualità di segretario della Commissione per l'infanzia e l'Adolescenza;
l'interrogante ha quindi presentato un esposto al procuratore di Cuneo, nel quale si chiede di far luce sulle ragioni dell'allontanamento e del mancato ascolto dei figli minori della donna, in particolare quelli di 13 e di 15 anni. Facendo proprio lo stesso appello lanciato dalla donna: «voglio che i miei figli vengano ascoltati, fateli parlare, devono dire quello che sanno, dove e con chi vogliono stare» -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere, per quanto di competenza, per garantire che l'ascolto del minore in tutti i procedimenti che lo riguardano, soprattutto quando abbia più di dodici anni, venga reso effettivo;
se non ritenga altresì necessario adottare iniziative ispettive in
ordine all'operato dei tribunali nel caso esposto in premessa,
considerata l'estrema delicatezza e gravità della vicenda.
(5-03509)