"Ho denunciato, l'ho lasciato....ma da anni sono costretta a vivere costantemente nella paura perche' il tribunale lo tutela, anche se e' un padre violento"
"Gentile Presidente di Maison Antigone,
nella mia
vicenda ci sono due storie: quella dei fatti così come sono
accaduti e riscontrabili
dai documenti legali, e poi c'è la storia raccontata dalla
CTU, una potente Professoressa Universitaria, e dagli
assistenti sociali.
Una storia totalmente distorta dalla realta' e che non mi appartiene.
CTU
e assistenti sociali hanno un filo diretto e lavorano
come un team con il centro di psicoterapia a pagamento
voluto dalla CTU e imposto con un
sotterfugio e una bugia dell'assistente sociale.
Questo filo diretto o
collaborazione fra CTU, Assistenti Sociali e centro di
terapia e' continuato
anche
un anno dopo che la CTU ha terminato il suo incarico.
La CTU nel 2019
aveva
scritto una relazione in cui indicava che mio figlio
dovesse fare una psicoterapia
presso un centro a pagamento scelto da lei: per quale
motivo non si e' mai capito, visto che il bambino non ha
mai rifiutato il padre e dato che il Giudice avesse gia'
deciso per una collocazione paritaria alternata senza
mantenimento..... Mi opposi alla scelta del centro voluto
dalla CTU
perché il padre aveva rapporti con questo centro. Ma la
CTU voleva obbligarmi ad accettare,
chiedendo al Giudice di sanzionarmi se io avessi
insistito per un altro centro.
Il Giudice, anche se non
ravvedeva motivi di
obiezione al centro che voleva imporre la CTU, alla fine
aveva accolto la mia obiezione
(anche perche' un centro di terapia a pagamento non può
essere imposto!) e incaricava gli
assistenti sociali di proporre una rosa di centri ai
genitori. Io avrei accettato
qualsiasi centro al di fuori di quello voluto dalla CTU,
ma l'Assistente
Sociale ometteva la mail del centro neutrale che aveva
dato disponibilità, proponendo un centro diverso: in
realta' scoprii dopo essere gemello a quello scelto dalla
CTU, perche' vi lavoravano gli stessi operatori di
quello da me rifiutato.
Una volta iniziata
la "psicoterapia" mi è stato subito chiaro che questa si
comportasse come una
seconda CTU ma senza che fosse previsto il contradditorio
con la presenza di un mio CTP : i terapeuti difendevano le
stesse posizioni della CTU e del padre senza dimostrare
nessun interesse
verso le dichiarazioni di mio figlio, ne' verso il suo
malessere a venire sottoposto a questi estenuanti e
lunghi percorsi. Peraltro del tutto inutili visto l'atteggiamento di mio figlio verso il padre.
La mia richiesta di regolamentare gli incontri e focalizzarci sulle esigenze di nostro figlio veniva ignorata dai terapeuti, che mi rendevo conto stessero facendo di tutto per cercare di esasperare il conflitto, invece che aiutarci affinché si placasse. Essi insistevano sulla necessità di prescrivere altri interventi di mediazione e coordinazione genitoriale, terapie, percorsi, qualsiasi cosa. Ovviamente tutto a pagamento. Non importava che tutto cio' stesse impoverendo non solo me ma anche il bambino, mettendoci in una situazione di seria difficolta' economica.
La mia
richiesta ai terapeuti era che ci aiutassero a trovare una
pacificazione e che
incoraggiassero il padre semplicemente ad osservare il provvedimento del
Giudice: desideravo solo che venissero rispettate le
decisioni del Giudice. Solo questo... Eppure non avremmo
dovuto essere li solo per quello!
Nonostante un collocamento
paritario e nessun
contributo al mantenimento, disposti dal Giudice, il
padre continuava a non voler pagare il 50%
delle spese straordinarie, insistendo con comportamenti
ostili volti ad imporre le sue scelte e decisioni: tra cui
quella della scuola.
A lui non importava che nostro figlio fosse
integrato da tempo con il gruppo classe e gli insegnanti,
che si trovasse bene e fosse bravo. Insisteva
continuamente affinche' nostro figlio fosse trasferito in
una scuola diversa, una scuola piu' vicina alla sua casa.
Pretendeva che io vendessi la casa - pagata interamente
da me- dando a lui il 50%, o che il bambino fosse affidato a
lui e gli venisse assegnata anche la mia casa.... I
terapeuti, e prima di loro sia la CTU che gli assistenti
sociali, anziche' fargli capire la pretestuosita' delle
sue richieste, senza alcuna attenzione alle aspettative ed
esigenze di nostro figlio, insistevano su di me
chiedendomi perche' alimentassi - a parer loro - il
conflitto, ignorando del tutto il fatto
che invece fosse proprio lui ad avanzare ogni settimana
una nuova irragionevole richiesta, utile solo a
confliggere.
Tuttavia non lui quello considerato conflittuale, ma io !
E solo perche' chiedevo che fosse osservato il provvedimento
gudiziale e non facesse richieste irragionevoli!
Le mie richieste, sebbene adesive alla volonta' del Giudice, viste come la prova che fossi io il genitore non adatto!
Quello che e' un enorme vantaggio culturale, per la CTU rappresenterebbe un mio disagio psicologico che - a suo dire - giustificherebbe l'aggressivita' del padre e la sua pretesa - non troppo velata - di avere affido esclusivo del bambino e dunque di ostacolare me, la mia relazione genitoriale, che viceversa non viene presa in considerazione alcuna!
Nella relazione di CTU
innumerevoli sono state le citazioni, indicate per
avvallare la
sua teoria che il collocamento paritario fosse la miglior
soluzione in caso di
conflitto. Ma a guardar bene questi studi dimostravano
l'esatto contrario!
Incompetenza, volonta' di
distorcere il convincimento giudiziale?
In compenso non una parola
sugli inganni paterni, sulle sue bugie dette per mettermi
in cattiva luce, sulle sue pretese irragionevoli, sulle
sue denunce infondate da cui fui assolta. Denunce la cui strumentalita' mai e' stata considerata!
Il DDL Pillon è stato definito anticostituzionale ma nel mio caso è stato applicato alla lettera!
Per pagare CTU, terapisti e avvocati io sto facendo debiti e presto non saprò più come far fronte alle spese!
Mio figlio potrebbe avere una vita
bellissima se non fosse
per l'accanimento di questi psicologi le cui teorie e
riflessioni sono talmente
prive di fondamento scientifico e di buon senso che anche
un bambino se ne
renderebbe conto.
Basterebbe
che il Giudice imponesse al padre di rispettare gli
accordi e il conflitto non
esisterebbe più. Ma forse - mi chiedo - per gli psicologi questa sarebbe
una cattiva notizia... ?
Da quando la
mia vicenda è iniziata nel 2015 ho visto due Giudici: uno
- quello della separazione - per cinque minuti, una
volta, ed un altro - quello del divorzio - in due
occasioni per 10 minuti ciascuna volta.
Due Giudici che
hanno delegato tutto ad assistenti sociali, CTU e
terapeuti apparentemente del tutto disinteressati a tutelare il bene del
bambino ed a far detonare il conflitto attraverso il contenimento paterno, ma a proseguirlo
senza fine, avallando costantemente l'irrazionalita' e
l'arroganza paterna.
Penso continuamente che se
solo quei Giudici , dopo aver deciso la collocazione
paritaria alterna senza mantenimento, avessero
semplicemente chiuso i procedimenti, oggi non avremmo
speso decine di migliaia di euro in CTU e terapie.
Il padre forse si sarebbe
prima o poi rassegnato a non veder avallate le sue
ulteriori irrazionali pretese, non supportate dalle norme
ne' dalla giurisprudenza.
Questa è violenza istituzionale: nostro figlio sarebbe stato molto piu' sereno, senza dover essere continuamente e da anni sottoposto a CTU, incontri con terapisti ed assistenti sociali, che neppure lo ascoltano. Mentre io sono costretta a vivere costantemente nella paura che la situazione degeneri e di perdere l'affido."