"Ho denunciato, l'ho lasciato....ma da anni sono costretta a vivere costantemente nella paura perche' il tribunale lo tutela, anche se e' un padre violento"

02.05.2021

"Gentile Presidente di Maison Antigone,

nella mia vicenda ci sono due storie: quella dei fatti così come sono accaduti e riscontrabili dai documenti legali, e poi c'è la storia raccontata dalla CTU, una potente Professoressa Universitaria, e dagli assistenti sociali.

Una storia totalmente distorta dalla realta' e che non mi appartiene.


CTU e assistenti sociali hanno un filo diretto e lavorano come un team con il centro di psicoterapia a pagamento voluto dalla CTU e imposto con un sotterfugio e una bugia dell'assistente sociale.

Questo filo diretto o collaborazione fra CTU, Assistenti Sociali e centro di terapia e' continuato anche un anno dopo che la CTU ha terminato il suo incarico.

La CTU nel 2019 aveva scritto una relazione in cui indicava che mio figlio dovesse fare una psicoterapia presso un centro a pagamento scelto da lei: per quale motivo non si e' mai capito, visto che il bambino non ha mai rifiutato il padre e dato che il Giudice avesse gia' deciso per una collocazione paritaria alternata senza mantenimento..... Mi opposi alla scelta del centro voluto dalla CTU perché il padre aveva rapporti con questo centro. Ma la CTU voleva obbligarmi ad accettare, chiedendo al Giudice di sanzionarmi se io avessi insistito per un altro centro.

Il Giudice, anche se non ravvedeva motivi di obiezione al centro che voleva imporre la CTU, alla fine aveva accolto la mia obiezione (anche perche' un centro di terapia a pagamento non può essere imposto!) e incaricava gli assistenti sociali di proporre una rosa di centri ai genitori. Io avrei accettato qualsiasi centro al di fuori di quello voluto dalla CTU, ma l'Assistente Sociale ometteva la mail del centro neutrale che aveva dato disponibilità, proponendo un centro diverso: in realta' scoprii dopo essere gemello a quello scelto dalla CTU, perche' vi lavoravano gli stessi operatori di quello da me rifiutato.

Una volta iniziata la "psicoterapia" mi è stato subito chiaro che questa si comportasse come una seconda CTU ma senza che fosse previsto il contradditorio con la presenza di un mio CTP : i terapeuti difendevano le stesse posizioni della CTU e del padre senza dimostrare nessun interesse verso le dichiarazioni di mio figlio, ne' verso il suo malessere a venire sottoposto a questi estenuanti e lunghi percorsi. Peraltro del tutto inutili visto l'atteggiamento di mio figlio verso il padre.

La mia richiesta di regolamentare gli incontri e focalizzarci sulle esigenze di nostro figlio veniva ignorata dai terapeuti, che mi rendevo conto stessero facendo di tutto per cercare di esasperare il conflitto, invece che aiutarci affinché si placasse. Essi insistevano sulla necessità di prescrivere altri interventi di mediazione e coordinazione genitoriale, terapie, percorsi, qualsiasi cosa. Ovviamente tutto a pagamento. Non importava che tutto cio' stesse impoverendo non solo me ma anche il bambino, mettendoci in una situazione di seria difficolta' economica.

La mia richiesta ai terapeuti era che ci aiutassero a trovare una pacificazione e che incoraggiassero il padre semplicemente ad osservare il provvedimento del Giudice: desideravo solo che venissero rispettate le decisioni del Giudice.  Solo questo... Eppure non avremmo dovuto essere li solo per quello!

Nonostante un collocamento paritario e nessun contributo al mantenimento, disposti dal Giudice, il padre continuava a non voler pagare il 50% delle spese straordinarie, insistendo con comportamenti ostili volti ad imporre le sue scelte e decisioni: tra cui quella della scuola.

A lui non importava che nostro figlio fosse integrato da tempo con il gruppo classe e gli insegnanti, che si trovasse bene e fosse bravo. Insisteva continuamente affinche' nostro figlio fosse trasferito in una scuola diversa, una scuola piu' vicina alla sua casa. Pretendeva che io vendessi la casa - pagata interamente da me- dando a lui il 50%, o che il bambino fosse affidato a lui e gli venisse assegnata anche la mia casa.... I terapeuti, e prima di loro sia la CTU che gli assistenti sociali, anziche' fargli capire la pretestuosita' delle sue richieste, senza alcuna attenzione alle aspettative ed esigenze di nostro figlio, insistevano su di me chiedendomi perche' alimentassi - a parer loro - il conflitto, ignorando del tutto il fatto che invece fosse proprio lui ad avanzare ogni settimana una nuova irragionevole richiesta, utile solo a confliggere.

Tuttavia non lui quello considerato conflittuale, ma io ! 

E solo perche' chiedevo che fosse osservato il provvedimento gudiziale e non facesse richieste irragionevoli!

Le mie richieste, sebbene adesive alla volonta' del Giudice, viste come la prova che fossi io il genitore non adatto!

Invece sono io quella descritta con "un falso se' " nelle relazioni dei vari professionisti coinvolti, sol perche' avendo doppia cittadinanza mi sento sia italiana che straniera: e questo apparentemente per la CTU sembrerebbe un pericolo per mio figlio, un motivo di confusione, anziche' di arricchimento culturale e linguistico,  quale esso e' nella realta'!


Quello che e' un enorme vantaggio culturale, per la CTU rappresenterebbe un mio disagio psicologico che - a suo dire - giustificherebbe l'aggressivita' del padre e la sua pretesa - non troppo velata - di avere affido esclusivo del bambino e dunque di ostacolare me, la mia relazione genitoriale, che viceversa non viene presa in considerazione alcuna!


Nella relazione di CTU innumerevoli sono state le citazioni, indicate per avvallare la sua teoria che il collocamento paritario fosse la miglior soluzione in caso di conflitto. Ma a guardar bene questi studi dimostravano l'esatto contrario!

Incompetenza, volonta' di distorcere il convincimento giudiziale?

In compenso non una parola sugli inganni paterni, sulle sue bugie dette per mettermi in cattiva luce, sulle sue pretese irragionevoli, sulle sue denunce infondate da cui fui assolta.  Denunce la cui strumentalita' mai e' stata considerata!

Durante tutto il percorso di CTU fui attaccata e calunniata dal padre di mio figlio che raccontò falsità su di me e la mia famiglia dipingendomi come un mostro e una psicopatica, ma  la CTU non mi diede mai la possibilità di difendermi, non controllò i documenti, trascrisse le mie dichiarazioni fuorviandole, ogni mancanza del padre fu giustificata - in modo talvolta irragionevole - e attribuita ad una mia qualche colpa fantasiosa!


Il DDL Pillon è stato definito anticostituzionale ma nel mio caso è stato applicato alla lettera!


Per pagare CTU, terapisti e avvocati io sto facendo debiti e presto non saprò più come far fronte alle spese!

Mio figlio potrebbe avere una vita bellissima se non fosse per l'accanimento di questi psicologi le cui teorie e riflessioni sono talmente prive di fondamento scientifico e di buon senso che anche un bambino se ne renderebbe conto.

Basterebbe che il Giudice imponesse al padre di rispettare gli accordi e il conflitto non esisterebbe più. Ma forse - mi chiedo - per gli psicologi questa sarebbe una cattiva notizia... ?

Da quando la mia vicenda è iniziata nel 2015 ho visto due Giudici: uno - quello della separazione - per cinque minuti, una volta, ed un altro - quello del divorzio - in due occasioni per 10 minuti ciascuna volta.

Due Giudici che hanno delegato tutto ad assistenti sociali, CTU e terapeuti apparentemente del tutto disinteressati a tutelare il bene del bambino ed a far detonare il conflitto attraverso il contenimento paterno, ma a proseguirlo senza fine, avallando costantemente l'irrazionalita' e l'arroganza paterna.

Penso continuamente che se solo quei Giudici , dopo aver deciso la collocazione paritaria alterna senza mantenimento, avessero semplicemente chiuso i procedimenti, oggi non avremmo speso decine di migliaia di euro in CTU e terapie.

Il padre forse si sarebbe prima o poi rassegnato a non veder avallate le sue ulteriori irrazionali pretese, non supportate dalle norme ne' dalla giurisprudenza.

Questa è violenza istituzionale: nostro figlio sarebbe stato molto piu' sereno, senza dover essere continuamente e da anni sottoposto a CTU, incontri con terapisti ed assistenti sociali, che neppure lo ascoltano. Mentre io sono costretta a vivere costantemente nella paura che la situazione degeneri e di perdere l'affido."

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